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1983 "Continuità dell'astrattismo" - Galleria A Come Arte, Napoli- 1-19 marzo

 
ARTICOLO DI GINO GRASSI SUL QUOTIDIANO ''NAPOLI OGGI'' DEL 16 MARZO 1983

Una significativa rassegna a Napoli. L'astrattismo non è morto

Una significativa rassegna dell' Astrattismo napoletano è in corso alla galleria «A come Arte» di Franca Mangoni. In questa mostra "Continuità dell'Astrattismo'' sono di scena cinque pittori che hanno portato avanti ricerche neo-costruttivistiche: qualcuno di essi, più anziano e più noto, ha avuto una importanza di primo piano nel mutamento della cultura artistica in Italia; qualche altro, più giovane, ha partecipato con ricerche vigorose ai più recenti sviluppi della investigazione astratta. Questi pittori sono: Barisani, Tatafiore, Di Ruggiero, De Tora e Mancino. Renato Barisani, personalità di grande prestigio dell'arte italiana del Novecento, fondò, assieme a De Fusco, Tatafiore e Venditti, il Gruppo Astratto-Concreto napoletano all'inizio degli anni Cinquanta. In trenta e più anni di ricerca, Barisani ha portato agli estremi limiti la propria operazione, pervenendo, prima, ad un processo di razionalizzazione della forma e, poi, una volta raggiunta attraverso sperimentazioni successive una precisa coscienza storica dei problemi linguistici più scottanti dell'arte contemporanea, ha recuperato quel minimo di articolazione naturalistica dell'immagine che lo porta ad essere uno dei ricercatori più completi e unitari dell'attuale congiuntura italiana. Ma bisogna anche dire che a Barisani interessa più la pratica fenomenologica che l'astratta teorizza- zione dei fenomeni plastico-visivi. Il linguaggio resta dunque per Barisani un tramite sempre aperto di comunicazione. Guido Tatafiore, geniale artista scomparso nel 1980, fece parte con Barisani del Gruppo Astratto- Concreto napoletano. Pur nelle pause di una ricerca sempre consapevole, Tatafiore portò avanti un'operazione neo-costruttivistica in cui astrazione e analisi concettuale si bi- lanciavano. Di Ruggiero, fra i grandi della pittura napoletana, è un artista rigoroso ma anche estremamente fantasioso. Il pittore ha confermato con le sue opere recentissime, variazioni sui famosi triangoli, la coerenza e la disciplina di una investigazione che s'è sviluppata senza contraddizioni. Fra i protagonisti dell' Astrattisrno napoletano, Di Ruggiero ha manifestato grande talento anche nelle ricerche plastiche in cui, rifacendosi ad uno Stella o ad un Noland, riscoprì la forma primaria. Agli oggetti ambientali, bianchissimi, con i quali l'artista recuperava il mondo oggettivo, hanno fatto seguito, recentemente, le attuali sculture astratte, presentate in questa mostra. Gianni De Tora, artista giovane che s'è affermato rapidamente, è passato da una laboriosa fase pro- gettuale (che lo ha condotto ad una vera indagine all'interno della propria indagine) ad una investigazione sulla forma e sulla luce. Le operazioni di De Tora sui campi visivi si sono fatte sempre più analitiche. Dopo aver indagato sulle "strutture riflesse", De Tora ha preso ad investigare sulle "sequenze primarie". Dal '79 il pittore ha preso a studiare le relazioni fra opera e ambiente ed è stato con quest'ultima investigazione strutturale che il quarantenne artista è riuscito a pervenire ad una personalissima concezione del colore (inserito nell'ambiente) nel contesto di un'operazione sulla luce. Enea Mancino è un giovanissimo ricercatore venuto alla ribalta di questi ultimi anni, il quale porta fino alle estreme conseguenze le analisi della forma geometrica tenendo ben presente la necessità di recuperare una totale bidimensionalità della superficie con l'azzeramento di ogni illusione spaziale. Non solo. La dinamica dei corpi geometrici e i giuochi luminosi danno garanzie di un'accertata rottura di schemi scontati mentre la memoria ricopre una funzione essenziale nella formulazione delle immagini. Come a dire che ragione ed emozioni, creatività ed analisi si fondono nel dato percettivo dando vita ad un processo profondamente unitario.

 
TESTO DI GINO GRASSI SUL PIEGHEVOLE DELLA MOSTRA

CONTINUITÀ DELL'ASTRATTISMO

Se è vero che nel clima di pluralismo creativo che s'è instaurato da qualche tempo nel nostro Paese e nel resto dell'Occidente non c'è più tendenza artistica che possa venir considerata "fuori legge" (perchè troppo tradizionalista) o messa all'indice (perchè considerata extra-artistica), è anche vero che, nel ritrovato entusiasmo per l 'immagine dopo anni di dittatura concettuale, i vari filoni di ricerca rimasti sulla breccia non incontrano, tutti, le simpatie dei giovani.L'Astrattismo, che ha recitato un ruolo di protagonista nella ricerca del Novecento e che più volte, in epoche diverse e quasi sempre in fasi di trapasso, è stato dato per spacciato, manifesta invece ancora oggi una propria vitalità e dimostra di poter svolgere ancora una propria importantissima funzione che non sia quella meramente decorativa e descrittivistica (che, in genere, si attribuisce a buona parte della produzione artistica) ma quella di portare avanti una vera e propria analisi del sociale, nel contesto di una più avanzata utilizzazione degli spazi e del territorio. Certo, non si può negare che la investigazione astratta non segue più canoni rigidamente geometrici e segnici: essa è oggi aperta al recupero di elementi naturalistici al fine di incentivare un confronto non soltanto con la pittura di moda oggi ma anche con la nuova realtà esistenziale. Si deve aggiungere, anzi, che la straordinaria forza di resistenza e la tendenza allo sviluppo che mostra l'Astrattismo (specie-italiano} costituisce una testimonianza di cantinuità e di consapevolezza del ruolo che la ricerca astratta può ancora rivestire all'interno delle tematiche egemoni. In questa mostra "CONTINUITÀ DELL'ASTRATTISMO" presento cinque pittori che hanno portato avanti ricerche neo-costruttivistiche: qualcuno di essi, più anziano e più noto, ha avuto una importanza di primo piano nel mutamento della cultura artistica in Italia; qualche altro, più giovane, ha partecipato, con ricerche rigorose, ai più recenti sviluppi della investigazione astratta. Questi pittori sono: Barisani, Tatafiore, Di Ruggiero, De Tora e Mancino. Renato Barisani, personalità di grande prestigio dell'arte italiana del Novecento, fondò, assieme a De Fusco, Tatafiore e Venditti, il Gruppo Astratto-Concreto napoletano all'inizio degli anni Cinquanta. In trenta e più anni di ricer- ca, Barisani ha portato agli estremi limiti la propria operazione, pervenendo, prima, ad un processo di razionalizzazione della forma e, poi, una volta raggiunta attraverso sperimentazioni successive una precisa coscienza storica dei problemi linguistici più scottanti dell'arte contemporanea, ha recuperato quel minimo di articolazione naturalistica dell'immagine che lo porta ad essere uno dei ricercatori più completi ed unitari dell'attuale congiuntura italiana. Ma bisogna anche dire che a Barisani interessa più la pratica fenomenologica che l'astratta teorizzazione dei fenomeni plastico-visivi. Il linguaggio resta dunque per Barisani un tramite sempre aperto di comunicazione. Guido Tatafiore, geniale artista scomparso nel 1980, fece parte, con Barisani del Gruppo Astratto-Concreto napoletano. Pur nelle pause di una ricerca sempre consapevole, Tatafiore portò avanti una operazione neo-costruttivistica in cui astrazione e analisi concettuale si bilanciavano. Come a dire che, precorrendo una buona parte della ricerca analitica del nostro Paese, il pittore si portò al di là della visione costruttivistica dei corpi geometrici per recuperare significati obsoleti. Tatafiore, utilizzando numeri, lettere, date, riuscì ad operare un distinguo tra un "tempo privato" (che manifestava attraverso una scrittura non assolutamente personale) ed un "tempo pubblico". Ciò non toglie che il geniale artista aveva partecipato con entusiasmo a tutta l'operazione astratta mettendo a vantaggio della ricerca tutto il peso della propria creatività. Di Ruggiero, fra i grandi della pittura napoletana, è un artista rigoroso ma anche estremamente fantasioso. Il pittore ha confermato con le sue opere recentissime, variazioni sui famosi triangoli, la coerenza e la disciplina di una investigazione che s'è sviluppata senza contraddizioni. Fra i protagonisti dell'Astrattismo napoletano, Di Ruggiero ha manifestato grande talento anche nelle ricerche plastiche in cui, rifacendosi ad uno Stella o ad un Noland, riscoprì a forma primaria. Agli oggetti ambientali, bianchissimi, con i quali l'artista recuperava il mondo oggettivo, hanno fatto seguito, recentemente, le attuali sculture astratte, presentate in questa mostra. Gianni De Tora, artista giovane che s'è affermato rapidamente, è passato da una laboriosa fase progettuale (che lo ha condotto ad una vera indagine all'interno della propria indagine) ad una investigazione sulla forma e sulla luce. Le operazioni di De Tora sui campi visivi si sono fatte sempre più analitiche. Dopo aver indagato sulle "strutture riflesse ", De Tora ha preso ad investigare sulle "sequenze primarie ". Dal '79 il pittore ha preso a studiare le relazioni fra opera e ambiente ed è stato con quest'ultima investigazione strutturale che il quarantenne artista è riuscito a pervenire ad una personalissima concezione del colore (inserito nell'ambiente) nel contesto di un'operazione sulla luce. Enea Mancino è un giovanissimo ricercatore venuto alla ribalta di questi ultimi anni, il quale porta fino alle estreme conseguenze l'analisi della forma geometrica, tenendo ben presente la necessità di recuperare una totale bidimensionalità della superficie con l'azzeramento di ogni illusione spaziale. Non solo. La dinamica dei corpi geometrici e i giuochi luminosi danno garanzie di una accertata rottura di schemi scontati mentre la memoria ricopre una funzione essenziale nella formulazione delle immagini. Come a dire che ragione ed emozioni, creatività ed analisi si fondono nel dato percettivo dando vita ad un processo profondamente unitario.

 
 
RISORSE AGGIUNTIVE
il pieghevole - invito della mostra /SCARICA IL PDF

 

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